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L'antica fattoria Martinucci, oggi Fabbri, si è trasformata nel tempo nel casale Belvedere, pur mantenendo il suo aspetto originario.
Varcato il cancello principale, al termine del viale d'accesso si trova la residenza padronale mentre, di lato, gli alloggi: il Pozzo, la Terrazza, l'Eremo, l'Ulivo, la casa Madre. Tutta la proprietà è circondata da olivi secolari , all'interno del casale vi
era un vecchio frantoio che produceva olio di ottima qualità.
Casale Belvedere, un’oasi antistress
Alcune recenti ricerche scientifiche confermano che il contatto con la natura nelle campagne è una ottima cura contro lo stress ed aiuta a recuperare il buonumore e la forma fisica.
Secondo uno studio dell'Università di Uppsala in Svezia, durato 35 anni e pubblicato sul British Medical Journal, chi fa giardinaggio o un attività sportiva di modesta intensità guadagna circa un anno di vita rispetto a chi rimane inattivo.
Proprio per questo il Casale Belvedere consiglia di vivere pienamente gli spazi verdi con picnic all’aperto degustando prodotti tipici locali alla “cieca” per rivitalizzare percezioni assopite nel tempo; camminate lungo i sentieri alla ricerca di sempre nuovi scorci panoramici, intensità di colori e antichi odori; letture all’ombra di olivi secolari per rilassare la mente; passeggiate sull’erba a piedi nudi (earthing), abbracciare un albero per un effetto rasserenante che infonde energie positive (tree terapy).
Nel periodo autunnale il Casale organizza agri-esperienze legate all’olivicoltura. Il programma prevede una lezione su come si coltivano gli oliveti, la raccolta diretta delle olive, la visita al frantoio e una degustazione dell’olio locale.
Il vecchio frantoio del casale
All'interno del casale vi era un frantoio attivo per oltre due secoli che lavorava le proprie olive raccolte dai mezzadri.Era composto dall' olivaio, locale adibito al ricevimento della materia prima e alla sosta prima della lavorazione. In genere era dislocato in un livello superiore rispetto al frantoio in modo da consentire il carico della molazza facendo cadere le olive dall'alto.Frantoio. Era il locale in cui si svolgevano le fasi fondamentali del processo (molitura ed estrazione): in esso si ubicavano la molazza e la pressa. La prima richiedeva una considerevole superficie in quanto era azionata dal moto circolare di animale (l'asino o il cavallo), sostituito in seguito da motore elettrico. La pressa consisteva in una piattaforma mobile in modo che la pila dei fiscoli venisse compressa spingendola dal basso contro un trave del soffitto.Oliario. Era il locale in cui si stoccava l'olio per la chiarificazione (ottenuta per sedimentazione delle morchie) e per la conservazione. In genere era ubicato in un locale interrato o seminterrato. In questi locali sono stati realizzati due appartamenti, l'Eremo, che conserva ancora qualche ricordo e il Pozzo.
Inferno. Era un locale separato, generalmente dislocato nel livello inferiore, in cui si ubicavano le vasche di stoccaggio dell'acqua di vegetazione, da cui era possibile recuperare, per decantazione, una frazione di olio di cattiva qualità.Attualmente si trova sotto l'appartamento l'Ulivo, ma è stato riempito di macerie negli anni.
Il sentiero di San Floriano (clicca per andare sulla pagina)
Dal casale si snoda nell'oliveto sottostante un percorso che porta all'immagine di San Floriano, protettore dei boschi dagli incendi